Gli 11 portaombrelli più famosi della storia del design
Il portaombrelli è un contenitore, un oggetto marginale, eppure si presta con piacere al continuo esercizio di reinvenzione dei designer che continuano a cambiargli aspetto seguendo l’evoluzione di materiali, gusti e tecnologie.
Il portaombrelli è un oggetto che ha sempre saputo rinnovarsi, a volte in maniera bizzarra altre in modo un pò temerario, senza avere paura di sorprendere con forme geometriche pure o fantasiose o addirittura istrioniche.Ecco una selezione dei principali portaombrelli che hanno segnato la storia del design contemporaneo.
Nonostante sia il primo portaombrelli dell’era moderna, dopo 130 anni resta un oggetto funzionale e in sintonia con il nuovo modo di abitare. Realizzato con assi in faggio curvato, è adatto ad arredare qualsiasi ambiente. Disponibile in vari colori è indicato per l’arredo di ambienti contemporanei e minimalisti.
Un grande classico, un pezzo unico della collezione Artek. Questo portaombrelli si contraddistingue per la sua forma triangolare con struttura in betulla e ottone uniti da lamelle piegate a mano. Il fondo in ottone, inserito all’interno della base triangolare, offre un tocco di preziosità grazie alle gocce d’acqua piovana che, nel tempo, trasformano il materiale, contribuendo a sviluppare una elegante patina su tutta la sua superficie.
realizzato in terraglia forte a cottura unica, C 33 fa parte del gruppo di opere di pieni e vuoti prodotte in serie e progettati da Antonia Campi tra il 1948 e il 1957. La forma ovoidale del portaombrelli e i grandi fori aperti sono enfatizzati dall’uso dei colori primari, spesso abbinati a smalti neri. Presentato alla Triennale di Milano nel 1951, il portaombrelli C33 è probabilmente l’opera più famosa della Campi, considerata la più grande sperimentatrice nel settore della ceramica italiana.
primo prodotto della serie Servi disegnato da Achille e Pier Giacomo Castiglioni, è composto da una base in polipropilene con vaschetta in alluminio, struttura di sostegno in acciaio verniciato e una sinuosa serpentina che può essere usata per appende o appoggiare gli ombrelli.
Dedalo
Designer: Emma Gismondi Schweinberger
Year: 1966
Produced by: Artemide
Artemide, la nota azienda milanese, conosciuta in tutto il mondo per i suoi meravigliosi punti luce, negli anni ’60 e ’70 ha sperimentato arredi in plastica ABS di cui dedalo è sicuramente il più rappresentativo. La sua iconica forma cilindrica a testa semisferica, caratterizzata da sette fori circolari, ha come unico limite quello di poter contenere solo ombrelli a gambo lungo.
Un classico anni ’60 della produzione Kartell. Portaombrelli è un contenitore cilindrico, multifunzionale e indistruttibile, stampato ad iniezione in varie colorazioni. Caratterizzato da due aperture laterali, può essere utilizzato anche come gettacarte.
Kerguelen è un totem multifunzionale, un elemento con grande libertà di interpretazione. L’estrosa forma tubolare combina la funzione di portaombrelli, appendiabiti e svuotatasche. Complemento d’arredo pratico ed essenziale, è diventato un must per l’ingresso di casa. Realizzato in alluminio e ferro, è disponibile in due varianti: bianco o nero.
Il portaombrelli Bincan è un componente dell’omonima collezione disegnata per l’ufficio. L’intera linea, basata sulla ripetizione degli stessi elementi formali, si adatta a qualsiasi uso, sia interno sia esterno, sia pubblico sia privato. La struttura ripropone la classica forma del manico d’ombrello, molto utile per spostare l’oggetto, la cui base è in ABS antiurto.
minimalista e pratico allo stesso tempo, il portaombrelli STEP è composto da tre elementi tubolari metallici di 3 mm. I cilindri, in tre diverse dimensioni si adattano a qualsiasi tipo di ombrello. La forma, elegante ed essenziale, valorizza qualsiasi tipo di ingresso, sia a casa che in ufficio.
Renè è il portaombrelli realizzato dall’estroso designer Marcantonio. Porta con se con un pizzico di magia, grazie a un bastone centrale che si inspira a Magritte e al cerchio che ricorda il mondo circense. Le forme che lo compongono rimandano a un mondo ben conosciuto e a immagini rassicuranti. Renè ha una forte identità, è un oggetto che racconta una storia, e lo fa con ironia.
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